mercoledì 17 giugno 2009

Martedì 23 Giugno assemblea contro il G8 al Csa Auro


Martedì 23 Giugno la rete catanese contro il G8 organizza una assemblea per la mobiltazione contro il G8 dell'Aquila che si terrà a Luglio e per rilanciare le mobilitazioni siciliane che si terranno nei prossimi mesi. Saranno presenti all'assemblea miltanti dei comtitati di lotta contro il Ponte, il Muos e rappresentanti del sindacalismo e dell'associazionismo. Inoltre sarà presente all'assemblea un militante abruzzese contro il G8. La lotta continua!

Primi interventi programmati:

Gino Sturniolo - Rete No Ponte
Pippo Annino - Comitato No Rigassificatore di Melilli
Cobas Scuola Palermo......

giovedì 21 maggio 2009

Sabato 23 manifestazione A Niscemi contro il Muos


Sabato 23 maggio manifestazione contro il Muos
Niscemi ore 10:00 concentramento campo sportivo- Contrada Ulmo

Dal G8 ambiente a Siracusa al G8 in Abruzzo un’unica lotta
Contro le politiche di guerra sociale, militare ed economica

La riuscita mobilitazione a Siracusa lo scorso aprile ha dimostrato che la corte filogovernativa non gode di tanto consenso in una regione già devastata dall’industria chimica, in un territorio ad alto rischio sismico dove si vorrebbero costruire inceneritori, rigassificatori , il Ponte sullo Stretto e per completare l’opera anche una centrale nucleare.
In Italia le basi militari Usa-Nato, le cui spese di mantenimento vengono prelevate per il 41% dalle nostre tasche( mentre si tagliano le spese sociali) mettono in pericolo le nostre vite anche in tempo di “pace” e si dilapidano ingenti risorse pubbliche in deliranti politiche razziste contro i migranti per innescare fratricide “guerre fra poveri” e far pagare a noi il costo della loro crisi. Le provincie della Sicilia sud-orientale inoltre sono sempre più minacciate dalla crescente presenza di micidiali basi militari (dal 12 luglio ’84, giorno in cui si precipitò a Lentini un C141 che trasportava uranio impoverito, è sempre più alto il numero di velivoli precipitati nelle campagne e nelle acque circostanti):
--La base di Sigonella ospiterà il sistema di sorveglianza terreste AGS (per la cui installazione il governo dovrà sborsare 150 milioni di euro entro il 2010) e 10 micidiali Global Hawks, aerei senza pilota.Tutto ciò comporterà l’arrivo nei prossimi mesi di 800 militari Nato, con rispettive famiglie, con conseguenti cementificazioni di fertili terreni agricoli, mentre vincoli ambientali ed archeologici vengono eliminati nei paesi limitrofi per meglio servire le esigenze strategiche degli Usa.La base di Sigonella inoltre da anni spreca ingenti risorse pubbliche (acqua, luce,infrastrutture…) per militarizzare i nostri territori con micidiali ordigni, che seminano morte tra i popoli, mentre blocca attraverso le servitù militari (il radar di Sigonella orienta i voli civili di Fontanarossa) lo sviluppo del trasporto aeroportuale in Sicilia e di conseguenza l’incremento occupazionale e turistico, che si otterrebbe da una riconversione per uso civile della base.
---A Niscemi in contrada Ulmo, all’interno della riserva naturale “Sughereta” (dove dal ’91 è stata costruita una delle più grandi stazioni di telecomunicazione della marina Usa, in violazione di qualsiasi principio di precauzione) è in costruzione il sistema planetario di comunicazioni satellitari MUOS. Questo micidiale sistema (senza sottovalutare l’impatto ambientale del precedente) è basato su onde elettromagnetiche ad altissima frequenza e l’estrema vicinanza al centro abitato avrebbe dovuto destare negli anni scorsi maggiori preoccupazioni fra gli amministratori locali prima d’assecondare le priorità militari. A Niscemi e nei paesi limitrofi da alcuni mesi si è sviluppata una grande mobilitazione contro l’installazione del Muos,che ha coinvolto numerose amministrazioni locali, finalmente allarmate per la minaccia alla salute dei propri concittadini.
Per opporci a tutto ciò non ci resta che mobilitare tutta la società civile siciliana, recuperando la memoria storica della grande stagione di lotta, negli anni ’80, contro gli euromissili a Comiso.
La rete catanese contro il G8 in vista delle manifestazioni di luglio in Abruzzo,s’impegna a sostenere la mobilitazione in corso a Niscemi, nel calatino e nei paesi limitrofi per ottenere l’immediata revoca dei lavori di costruzione del Muos e lo smantellamento delle 41 antenne già installate in c/da Ulmo.

Info: www.nomuosniscemi.it

martedì 12 maggio 2009

Comunicato sul contro G8 Università di Palermo

Giorno 8 Maggio, in una Palermo assurdamente militarizzata e presidiata dalle forze di Polizia si è snodato un corteo per le strade della città, indetto dall'Onda Anomala Palermitana e dal Coordinamento Palermitano Contro il G8 in contrapposizione al Summit degli Studenti Meritevoli (ma de che?) del g8. Centinaia di studenti hanno attraversato il centro cittadino. Gli studenti hanno aggregato alla loro protesta i disoccupati che da settimane protestano davanti il comune di Palermo per il lavoro. E' emersa nettamente dagli interventi una critica chiara alle logiche del profitto, alle sue ricadute sul mondo dell'università e del lavoro, che sono il taglio dei diritti che da anni è sotto gli occhi di tutti e rispetto al quale la passerella dei pochi fortunati perchè "meritevoli" sembrava una provocazione in una delle città del Sud per le quali il diritto allo studio è un miraggio ed addirittura la dispersione scolastica ha un tasso altissimo di incidenza. Come è sembrata una provocazione la chiusura da parte delle forze dell'ordine di Via Roma con una rete metallica, chiusura che violava gli accordi intercorsi con gli organizzatori del corteo. Come se non bastasse, a fronte all'assedio studentesco della zona rossa, la polizia in tenuta antisommossa ha provveduto a caricare e manganellare i manifestanti, che non si sono fatti intimidire ne disperdere dalle aggressioni concludendo comunque il corteo.
Giorno 9 maggio, inoltre, a Cinisi, in occasione del Forum Sociale Antimafia, proseguendo lo stesso percorso in una sede differente, è stato costituito dagli stessi militanti, all'interno del corteo commemorativo, uno spezzone vivo e partecipato.

Come Coordinamento Regionale Contro I G8 esprimiamo soddisfazione per l'andamento delle proteste denunciamo il clima di repressione delle proteste e ribadiamo l'inutilità dei G8, qualunque contenuto abbiano e dovunque si svolgano.

Procediamo nelle nostre attività verso la costruzione del G8 di Luglio.

martedì 5 maggio 2009

Venerdì 8 Maggio manifestazione a Palermo contro il G8 Università


OndaAnomala Palermo - Coordinamento ControG8 Palermo
CONTRO l'INSOSTENIBILE G8 dell'UNIVERSITA'

8 Maggio a Palermo - ore 16.00

L'ONDA NON VI SOSTIENE, VI TRAVOLGE!!!

L'8-9 Maggio si terrà a Palermo il g8 University Students' Summit, tappa di avvicinamento al Summit di Torino del 17-19 Maggio. Il suddetto vertice rappresenterebbe il momento di confronto tra studenti provenienti dai paesi del g8 e non (Cina, Arabia Saudita, paesi del Mediterraneo...) e le istituzioni ministeriali; un appuntamento da cui dovrebbero scaturire proposte e idee da traghettare al successivo momento torinese, e quindi ai rettori e ai presidenti degli atenei degli stessi paesi; questi parteciperanno in quanto rappresentanti di quell'istituzione universitaria dal carattere "oggettivo e neutrale" riconosciuta come interlocutrice diretta rispetto ai problemi dell'umanità e del pianeta, degli "8 grandi" che si riuniranno a luglio a L'aquila.

Anche noi, come gli studenti dell'Onda di Torino, riteniamo inaccettabili le modalità di organizzazione dell'iniziativa, la concezione dei rapporti tra mondo accademico, dinamiche sociali ed il potere politico ed economico che la stessa rappresenta, la logica di rappresentanza studentesca che ne sta alla base ed ovviamente un interlocutore, il g8, che non ci stancheremo mai di rifiutare.

Il g8 University Students'Summit sarà aperto a delegazioni di rappresentanti da circa cinquanta atenei sparsi tra vari paesi. Dal summit uscirà l'immagine di un'università vincente, capace di dialogare con gli organismi sovranazionali in vista del superamento di problematiche globali di portata planetaria.

C'è però una contestazione da cui vorremmo partire nell'analisi delle ricette anticrisi che il g8 ci propone: l'università è in crisi (e lo è a livello globale, basti guardare la tempistica con cui quest'autunno si sono sviluppati movimenti studenteschi in Italia, Francia, Grecia...) e rettori e istituzioni quali il g8 ne costituiscono la causa profonda. Non possiamo infatti dimenticare il grave disagio attuale degli atenei schiacciati come sono da sempre più pesanti tagli dei fondi pubblici per la pretesa di una politica delle risorse che ne trasforma profondamente gli stessi principi costitutivi: un sistema che, adottando principi aziendalistici, si rivolge oggi al mercato e alle logiche delle prestazioni e dei servizi alla ricerca di una legittimità ad esistere che non può più trovare all'interno della sua funzione sociale; in conseguenza di ciò la formazione diviene bene d'acquistare e il sapere una merce da spendere sul mercato.

In quanto fruitori di un servizio, ci ritroviamo allora a dover convivere quotidianamente con aumenti delle tasse o, come nel caso di Palermo, con enormi buchi di bilancio, tagli al personale e al mondo della ricerca e persino con chiusure anticipate delle biblioteche per mancanza di fondi.

E' di fronte a questo scenario che non ci resta che affermare l'insostenibilità di questo sistema universitario; ed è a quest'università della precarietà e dello sfruttamento dei soggetti della conoscenza che non riconosciamo alcuna legittimità di confronto e proposta su tematiche quali lo "Sviluppo sostenibile" e la "Cultura della legalità", argomenti della due giorni.

Come affermato in precedenza, la nostra critica è rivolta anche contro le modalità d'organizzazione dell'iniziativa in cui da un lato gli studenti "meritevoli" (Palermo), dall'altro i rettori (Torino), dovrebbero rappresentare l'intero mondo della formazione, celando quindi, dietro meccanismi di rappresentanza formale, tutta una serie di contraddizioni e conflitti interni al sistema di produzione e trasmissione dei saperi. Abbiamo più volte sottolineato, durante i mesi caldi di quest'autunno, come ormai si riproduca volutamente, dietro la retorica della "meritocrazia", quella logica della totale compatibilità socio-politica che si configura come potente strumento di controllo e "disciplinamento" delle forze sociali; forme di controllo che inevitabilmente passano per la chiusura di spazi e l'imposizione dei tempi di produzione individuale e collettiva.

Oltretutto il movimento dell'Onda ha saputo indicare come la ricchezza e la composizione del precariato della conoscenza siano irriducibili in schematismi della rappresentanza, mentre possano pienamente esprimersi in una quotidiana lotta dal basso capace di mettere in comune il lessico della riappropriazione e di costruire conflittualià sui meccanismi di produzione del sapere.

Sempre meno sostenibili...

Anche in questo vertice, tema centrale del confronto sarà quello della "sostenibilità".

A Palermo e Torino verrà lanciata l'immagine di un g8 rivolto al cambiamento radicale delle forme di sfruttamento delle energie ambientali e di intervento sugli squilibri sociali come vie d'uscita dalla crisi economica globale.

Nonostante l'apparente incontestabilità della tematica, riteniamo necessario prendere su questa posizioni nette di forte contrapposizione all'attuale pseudo valore, che identifica il concetto e l'idea di base, ripartendo, nella critica, dalla riproposizione di un assioma cardine: la totale mancanza di credibilità di questi soggetti istituzionali, vista la diretta responsabilità di organismi di tale genere nel perpetramento di processi di devastazione degli ecosistemi del pianeta e di disuguaglianze sociali.

In realtà, rifiutiamo l'idea stessa di "sviluppo sostenibile"in quanto la riteniamo inequivocabilmente subordinata al linguaggio retorico del progresso di stampo liberista e perciò materialmente determinata solo dalle leggi del profitto e dell'accumulazione capitalista.

Il tentativo di restyling, attualmente di moda a livello globale (da Obama alla Prestigiacomo), in senso "ecocompatibile" nasconde scelte operative ben precise: la "sostenibilità"umana e ambientale si risolve così nell'allargamento indiscriminato degli spazi di proprietà e profitto sulle risorse naturali (permettendo ad esempio la mercificazione delle energie rinnovabili) e sulle ricchezze sociali.

Rifiutare politiche finalizzate alla costituzione di nuovi ed esasperati meccanismi di controllo e sfruttamento di territori e comunità ci sembra, al contrario, (in questo momento di crisi poi...) possa costituire un sano presupposto per sviluppare una proposta alternativa di sostenibilità, che passi attraverso il rispetto dei diritti all'autodeterminazione delle popolazioni, la valorizzazione delle vocazioni e peculiarità dei territori e la messa a punto di strumenti di garanzia e ridistribuzione delle ricchezze.

Legalità e nuove forme del controllo

Secondo tema portante della "due giorni" sarà l'importanza nella formazione del cittadino del futuro della "cultura della legalità".

Se non casuale, sarebbe quantomeno paradossale che una discussione di questo tipo venisse affrontata proprio nella nostra città, dove i limiti che differenziano ciò che è legale da ciò che non lo è diventano pressoché irrilevanti di fronte alle esigenze di ampi strati del tessuto sociale metropolitano disposti a valicarli, quotidianamente, se ciò vuol dire attenuare la propria condizione di sfruttamento e di precarietà esistenziale; e dove, allo stesso tempo ma per ragioni opposte di esigenze di salvaguardia massonica, vertici regionali della politica condannati per mafia vengono promossi a parlamentari nazionali attraverso sistemi elettorali blindati.

Da ciò parte proprio la nostra critica (incompatibilità e opposizione al concetto di legalità) in quanto stabilire ciò che si può o non si può fare e ciò che è giusto o sbagliato, definire la norma, insomma, non ha la sola funzione di creare i presupposti per una società totalmente normalizzata e asservita ai meccanismi di produzione e riproduzione sistemica (soprattutto in un momento di recessione in cui una svolta troppo autoritaria e/o repressiva rischierebbe di moltiplicare effervescenze sociali già largamente dispiegate) ma, nell'immediato, di isolare e criminalizzare qualsiasi forma di lotta e di dissenso nonché ogni tipo di eccedenza o "devianza"dalla normalità imposta tramite repressione.

Saturare sempre più di simulazione di cultura legalista i luoghi di formazione e produzione del sapere, quindi, è sicuramente un obiettivo che gli apparati di governance globale portano avanti, anche alla luce del forte dissenso che potenzialmente questi sono in grado di esprimere (come recentemente dimostrato) in quanto luoghi di ricomposizione sociale ed elaborazione e costruzione di forti spinte antagoniste.

Di fronte alla criminalizzazione di forme di lotta, come le occupazioni delle facoltà, che propongono e sperimentano forme altre di socialità e condivisione dei saperi, e di fronte persino a protocolli legali (?) che vietano di sfilare in corteo nei centri urbani, ci chiediamo che valore abbia (e, soprattutto, per chi) il concetto di legalità rispetto alla legittimità ed al valore del dissenso politico contro chi le leggi le fa.



L'OndaAnomala - Palermo e Coordinamento Contro G8 - Palermo

hanno indetto una giornata di mobilitazione generale l'8 Maggio che, nel giorno d'apertura del summit, rappresenterà l'ennesima risposta di lotta non soltanto ai piani di disarticolazione del sistema di formazione pubblica, ma soprattutto alla crisi globale incarnata proprio da organismi quali il g8 ed iniziative come quelle di Palermo e Torino.

CHIAMIAMO ALLA MOBILITAZIONE

tutte le realtà culturali, sociali e politiche protagoniste con noi dell'opposizione alle riforme di Scuola e Università (studenti, insegnanti, precari della conoscenza e della ricerca,...),

i movimenti che, come noi, lottano per la difesa dei diritti fondamentali (casa, lavoro, immigrazione,…) contro la privatizzazione di beni primari (acqua,…) contro la costruzione di macchine di morte (inceneritori, centrali nucleari, rigassificatori,…),

la popolazione ridotta allo stremo e mortificata dal cinico e spregiudicato avanzare di governanti preoccupati solo del proprio arricchimento all'infinito, nella cornice comune di una netta contrapposizione ad ogni piano di socializzazione dei costi di questa crisi.

venerdì 24 aprile 2009

Considerazioni a conclusione dei lavori del ControG8

Coordinameto Regionale ControG8


Il Coordinamento Regionale ControG8, a conclusione dei lavori e delle iniziative che hanno scandito i tre giorni del Contro Vertice di Siracusa trae un bilancio estremamente positivo.
Nonostante la pesantissima campagna denigratoria che ha diffuso un ingiustificato clima di terrore in città e le numerose provocazioni di una parte delle Forze dell'Ordine,le Assemblee Tematiche hanno registrato complessivamente centinaia di partecipanti e il grande corteo di Giovedì 23 ha pacificamente invaso la città con migliaia di manifestanti provenienti da tutta la Sicilia,dalla Campania,dal Lazio e perfino dall'Abruzzo.
Al di là della logica dei numeri,ciò che più conta per il Coord.Reg.ControG8 è l'essere riusciti a dimostrare che anche in un contesto in cui la manifestazione del proprio dissenso viene in molti modi ostacolata se non addirittura repressa,è possibile costruire un ampio movimento di opposizione politica,sociale e culturale alle politiche neo-liberiste ribaltando nei fatti l'solamento costruito ad arte nei confronti delle forze politiche e delle realtà associative aderenti al movimento controG8.
Infine, ringraziando gli abitanti dei quartieri popolari che hanno ospitato le strutture in cui si è svolto il ControVertice e i giuristi del Foro Democratico che hanno prestato la loro assistenza legale, il Coord.Reg.ControG8 ha deciso di costituirsi in Coordinamento permanente e di sostenere già da subito i movimenti che nel nostro territorio lottano contro le speculazioni e le politiche di devastazione ambientale, a cominciare dalla lotta contro la costruzione del rigassificatore nel Polo petrolchimico di Priolo-Melilli-Augusta.

Siracusa, 24 Aprile 2009

sabato 18 aprile 2009

Info utili per la partecipazione al contro vertice

Info utili per la partecipazione al contro vertice al G8 Ambiente 22/23/24 Aprile Siracusa


Programma forum:

Mercoledì 22 Aprile

Ore 12.00 accoglienza partecipanti

Ore 15.00 inizio forum” Ambiente/infrastrutture/beni comuni” (Sala Randone via Bixio)

Ore 21 .00 djset

Giovedì 23 Aprile

Ore 10.00 inizio forum “Lavoro/precarietà/immigrazione” (Sala Randone via Bixio)

Ore 14.00 concentramento corteo cittadino- Piazzale Sgarlata

0re 21.00 djset

Venerdì 24 Aprile

Ore 10.00 inizio forum “ Militarizzazione/repressione” (Sala Randone via Bixio)

Ore 15.00 plenaria conclusiva lavori

0re 20.00 concerto conclusivo contro vertice – Piazza Santa lucia

Luogo dove si svolgeranno i lavori: Sala Randone - via Bixio )

Luogo dove si può pernottare: Piazzale Sgarlata (portare il sacco a pelo e tenda)

Come raggiungere Siracusa:

Da Catania:
Treno per il 23 Aprile ore 8.00 stazione centrale(massima puntualità) costo 5 euro

Altri treni disponibili ma non organizzati da noi
(quindi ordinari):

22 Aprile ore 12.45 stazione centrale

23 Aprile ore 12.45 stazione centrale


Altre soluzioni autonome:

In auto da Catania prendere obbligatoriamente uscita Siracusa Nord dalla SS 114

In autobus non organizzati :
dalla stazione centrale piazza Giovanni XXXIII - Catania
www.interbus.it


I treni e gli autobus si fermeranno alla stazione centrale di Siracusa.
Per raggiungere i luoghi del controvertice(piazzale Sgarlata) clicca sul link sotto:

http://maps.google.it/maps?f=d&source=s_d&saddr=siracusa,+stazione+centrale&daddr=siracusa,+via+madre+teresa+di+calcutta&hl=it&geocode=&mra=ls&dirflg=w&sll=37.083598,15.280094&sspn=0.026293,0.06875&ie=UTF8&ll=37.080928,15.286875&spn=0.026294,0.06875&z=14


Per ulteriori info e per prenotazioni treno chiamare:

095315301 / 3286340528 / 3474106532 / 3289493495

www.officinarebelde.org
www.retecatanesecontroilg8.tk

lunedì 6 aprile 2009

Appello regionale per il controvertice al G8 ambiente

COORDINAMENTO REGIONALE SICILIANO “CONTRO G8”

CONTRO I PROGRAMMI DI DISTRUZIONE SOCIALE E AMBIENTALE

DEI “GRANDI” DELLA TERRA

PER LA DIFESA

DEL TERRITORIO, DELL’AMBIENTE, DELLA VITA, DEL REDDITO, DEL LAVORO


Dal 22 al 24 aprile la città di Siracusa sarà sede del summit G8 sull’ambiente.

I ministri per l’ambiente degli otto governi cosiddetti più grandi del mondo, grandi sostenitori e applicatori delle politiche liberiste, grandi inquinatori, grandi devastatori, grandi responsabili del declino inarrestabile del Pianeta e dell’oppressione dei suoi abitanti, arriveranno a Siracusa e si barricheranno dentro il castello Maniace dell’isola di Ortigia.

A otto anni dalla rivolta di Genova gli 8 grandi troveranno ad attenderli, con la stessa determinazione di sempre, i movimenti che hanno riempito le piazze di tutto il mondo per opporsi al neoliberismo, allo sfruttamento, alla guerra, alla devastazione del pianeta. Sono movimenti presenti anche in Sicilia impegnati da sempre a difendere i territori, la salute, la vita, sostenere l’Antimafia Sociale, affermare i diritti fondamentali, costruire la solidarietà ai migranti, salvaguardare il valore delle differenze e le ragioni delle minoranze.

Siracusa rappresenta il simbolo della distruzione ambientale e umana, causata da sfruttamento estremo del territorio in nome dello “sviluppo a tutti i costi” a esclusivo vantaggio del profitto privato e del gioco dei politicanti locali, così ben rappresentati in parlamento e al governo, poggiante su solide saldature tra massoneria, politica, mafia.

La scelta di questa città come sede del summit sull’ambiente, voluto dalla ministra per l’ambiente Stefania Prestigiacomo, è paradossale perché l’area siracusana, limitrofa al triangolo della morte “Priolo-Augusta-Melilli” e all’area di Noto sfregiata dalle trivellazioni, è tra le più inquinate d’Italia e si appresta a superare ogni primato con l’arrivo di un rigassificatore e un inceneritore previsti dal governo di cui la Prestigiacomo fa parte.

Non dimentichiamo che la ministra, col possesso di tre aziende di famiglia presenti nel triangolo della morte (Coemi spa, Vetroresina engineering development, Sarplast –fallita), è una vera “figlia d’arte” quanto a pertinace impegno antiambientale. È anche azionaria di un’azienda gestita dal padre (Ved), sulla cui testa incombono processi per bancarotta fraudolenta, trattamento e smaltimento illegale di rifiuti, violazione delle norme di sicurezza nei confronti dei dipendenti. Eppure, con questo curriculum, con inverosimile spudoratezza osa ergersi a paladina dell’ambiente!

L’operato della famiglia Prestigiacomo ci sembra emblematico di un sistema di potere governativo. Le classi politiche che hanno amministrato questi territori possono fregiarsi di molti record negativi su scala nazionale e internazionale. Da mezzo secolo le multinazionali del petrolio e della chimica hanno inquinato aria, terra, acqua e annientato ogni forma di vita, ingannando la popolazione col miraggio del posto di lavoro. Le persone sono state e sono aggredite dai veleni, le famiglie sterminate dal cancro, la popolazione espropriata della speranza di un futuro, frustrata dall’impossibilità di consegnare un avvenire ai figli, la cui vita, come quella di ogni essere vivente dell’area siracusana, è segnata da rischio certo. Questo accade in un territorio, quello siciliano, che da sempre ha vissuto sulla propria pelle le scelte spregiudicate di un potere coloniale che impone privatizzazione di beni comuni come l’acqua, attua ostili processi di militarizzazione, espropria intere fette di territorio alle popolazioni locali (la base di Sigonella), si accinge a progettare e costruire, con costi altissimi per la popolazione, macchine di morte come inceneritori, rigassificatori e centrali nucleari, realizza il grande carcere per migranti a cielo aperto di Lampedusa e molti altri “guantanamo”, nostrani, semisegreti. E per non smentire l’arroganza colonialista del governo italiano, a coronamento del danno, si annuncia la beffa: un ponte faraonico, devastante per il territorio e di cui nessuno ha bisogno tranne l’avidità di governanti, ideatori e costruttori, palese espressione di delirante megalomania, estranea alla realtà e antitetica ai bisogni reali di sostegno e tutela delle popolazioni e dei luoghi.

Denunciamo questi attacchi contro la Sicilia e conosciamo anche cosa gli impostori del G8 fanno “per l’ambiente” sull’intero pianeta. I G8, riuniti per trattare a gran voce questioni ambientali, vanno a programmare nuovi saccheggi, impoverimenti, disastri sempre più traumatici per il pianeta, per il suo ecosistema, per l’umanità, praticando a livello mondiale quanto a livello locale agiscono i loro vassalli.

Non sapendo e non volendo cambiare rotta, scelgono di servirsi di vaste regioni della terra per farne sterminate discariche e preferiscono trasformare in nubi di diossina gli scarti del sovraconsumo di massa che hanno indotto, quando è ormai improrogabile ripensare i modelli di vita e di produzione/consumo e investire sulle conosciute e sane energie rinnovabili e sulle innocue e proficue, anche in termini di posti di lavoro, tecniche di riciclaggio dei rifiuti.

Il peggioramento delle condizioni di vita di interi pezzi di popolazioni testimonia il fallimento delle teorie economiche neo-liberiste, generatrici del drastico aumento della sperequazione sociale, della totale precarizzazione del lavoro in nome della “flessibilità”, della scomparsa del lavoro stesso.

Quello che è stato sbandierato e propinato al mondo come migliore “modello di sviluppo”, attraverso l’innesco di un processo di omologazione planetaria di consumo detta globalizzazione, è figlio dell’ultimo ruggito dell’esasperato capitalismo che ha scelto l’autocapitalizzazione della finanza, da un lato, e lo sfruttamento estremo di risorse e lavoro, dall’altro. Due vortici senza controllo e senza limiti, voluti e garantiti dai governi, che scaricano sugli anelli più deboli della catena il prezzo impagabile di questa escalation: lavoratori schiavizzati, popolazioni allo stremo, risorse in prosciugamento, cancellazione di ecosistemi. Il modello di sviluppo globale “all’infinito” inciampa e si infrange di fronte ai confini fisici del pianeta per l’incompatibilità fra la pretesa vorace e la disponibilità che si riduce, una pseudofilosofia che deve fare i conti con gli equilibri degli ecosistemi globali e locali, con le ricchezze delle diversità culturali e con i relativi tessuti sociali.

Le scelte dei governi di socializzare il debito e privatizzare gli utili, attraverso le elargizioni “statali” a banche e imprese, stanno aggravando i processi involutivi ancora a danno delle popolazioni. Addirittura si pretende di andare nella stessa direzione, come nel caso italiano, inventando inutili, rovinosi e costosissimi ecomostri da fare gravare sulle comunità, imponendoli con la forza, attraverso repressione del dissenso e militarizzazione dei territori.

Ma non possono e non devono essere queste le scelte volte a sanare i disavanzi pubblici prodotti da comitati d’affari, oggi direttamente governanti, coinvolti in vorticosi traffici miliardari; non dovranno essere pagati dai cittadini i debiti causati dalla finanza “creativa” che ha preteso di considerarsi sganciata dall’economia reale.

Noi, figli di questa terra devastata, non vogliamo stare a guardare un G8 che mortifica la vita e offende l’intelligenza. Reclamiamo la partecipazione attiva della popolazione perché cominci finalmente a divenire protagonista delle scelte del proprio destino e di quello dei luoghi a cui appartiene. Non aspettiamo che i grandi avvoltoi ed il loro seguito di sciacalli banchettino coi nostri
cadaveri. Invitiamo tutti a impegnarsi per la preparazione di questo importante appuntamento e a lavorare per proseguire, dopo questa tappa, su un percorso responsabile di riappropriazione del diritto di autodeterminazione.

Chiamiamo a raccolta ogni forma di aggregazione sociale, culturale e politica e quante altre persone disposte a impegnarsi per cambiare questo stato di cose attraverso un ampio fronte di dissenso contro coloro che giocano con i destini della nostra terra e delle nostre comunità. Ancora una volta pensiamo che i conflitti sociali siano l’unica via d’uscita dalle crisi e continuiamo la nostra lotta al sistema di sfruttamento e alle istituzioni nazionali e sovranazionali che lo rappresentano.

Il coordinamento regionale “Contro G8” promuove tre giorni di mobilitazione a Siracusa, 22, 23 e 24 aprile, in cui si contesterà con determinazione il vertice di Ortigia e si confronteranno proposte concrete, coniugabili con la tutela primaria del pianeta, dell’integrità dei suoi molteplici equilibri, di tutti i viventi, dell’umanità tutta e dei suoi diritti fondamentali.

Forum tematici nei giorni 22, 23 e 24 aprile a SIRACUSA

Con MANIFESTAZIONE di piazza GIOVEDÌ 23 ore 14:00

lunedì 23 marzo 2009






Giovedì 26 Marzo ore 17:30 Aula A1 Benedettini


Assemblea pubblica:


“ La rete catanese contro il G8 incontra la
cittadinanza in vista del controvertice al
G8 ambiente di Siracusa del 22/24 aprile”










venerdì 20 marzo 2009

La rete catanese aderisce alla manifestazione contro il Muos a Caltagirone


SABATO 21 MARZO ORE MANIFESTAZIONE PUBBLICA
ORE 9:30 CORTEO- CONCENTRAMENTO DAVANTI LICEO SECUSIO


Un accordo siglato tra l’Assessorato Regionale all’Ambiente e al Territorio e gli Stati Uniti d’America ha stabilito la costruzione di un’imponente antenna a Niscemi che fa parte di un sistema sofisticato di comunicazione satellitare di

intelligence militare ad altissima frequenza (UHF). Le antenne satellitari giganti previste sono cinque in tutto il mondo. La localizzazione prevista interessa territori disabitati e desertici quali le Hawaii, Norfolk, Virginia, Geraldton, Australia e infine Niscemi - Caltagirone che di disabitato ha molto poco!
Oltre all’impatto delle forti radiazione emesse e delle accertate ripercussioni sulla salute umana (Tumori vari e leucemie) e sull’ambiente, secondo fonti certe i consumi in gasolio sarebbe altissimi.





Le Grandi Bugie sul MUOS di Niscemi del ministro La Russa



di Antonio Mazzeo



I siciliani possono dormire tranquilli. Sono in buone mani: il ministro della Difesa, Ignazio La Russa , loro conterraneo, giura sul suo onore che il terminal terrestre del sistema satellitare MUOS, in costruzione a Niscemi (Caltanissetta), non è pericoloso per l’uomo e per l’ambiente. Rispondendo ad un’interrogazione parlamentare di sette esponenti del Partito democratico, La Russa ha smentito tutte le ipotesi di rischio ambientale sollevate dal gruppo di opposizione e dal forte e variegato movimento “No MUOS”. Le smentite, però, sono dotate di gambe corte, anzi cortissime, e come un boomerang hanno già travolto la scarsa credibilità dell’esecutivo Berlusconi in tema di politica estera e di difesa.


“Con riferimento alle notizie in base alle quali l’installazione del sistema di telecomunicazioni satellitare avrebbe dovuto... essere realizzata presso la base militare di Sigonella” - esordisce il ministro - si rappresenta che la stazione ricetrasmittente del sistema MUOS è stata localizzata, fin dalla richiesta degli USA, presso il sito telecomunicazioni di Niscemi. Tale sito, a diretto e funzionale servizio della US Naval Station di Sigonella, venne realizzato nel territorio comunale di Niscemi, in prossimità di un’area boschiva, ora protetta, fin dalla costituzione della stessa stazione di Sigonella, avvenuta alla fine degli anni ‘50”. Per il governo, dunque, mai e poi mai si sarebbe parlato di Sigonella quale base per i MUOS, mentre la base di telecomunicazioni per le operazioni dei sottomarini nucleari di Niscemi ha già superato da un pezzo i 50 anni di età.


Sarà opportuno ricordare allo smemorato La Russa un paio di cose. A fare riferimento a Sigonella quale sede del costruendo sistema satellitari UHF (onde ad ultra alta frequenza) fu per la prima volta il capitano Paul Bosco, vicecomandante NAVFAC (Naval Facilities Engineering Command) della marina militare USA. In un documento ufficiale dal titolo “Navy Programs in Europe – A virtual tour of NAVFAC Europe” (I programmi navali in Europa – Un tour virtuale di NAVFAC Europa), datato 15 marzo 2006, Bosco preannunciava che nel 2007 la US Navy avrebbe destinato “tra i 10 e i 15 milioni di dollari” per implementare “a Sigonella lo SPAWAR Mobile User Objective System MUOS”. Nello stesso anno veniva approvato dal Congresso il piano finanziario per l’avvio dell’installazione “a Sigonella” del terminal terrestre MUOS. Il 30 gennaio 2007, in una lettera al Senato degli Stati Uniti, il generale James T. Conway (Comandante supremo del Corpo dei Marines), l’ammiraglio Michael G. Mullen (Comandante in capo della Marina USA) e Donald C. Winter (Segretario generale della US Navy), affermarono la priorità dei “due progetti per le Stazioni terrestri di Controllo terrestre ed Intercettazione del sistema MUOS, una alle Hawaii e l’altra a Sigonella”.


A impedire l’installazione a Sigonella del programma di telecomunicazioni per le Star Wars, furono però le risultanze di uno studio sull’impatto delle onde elettromagnetiche generate dalle grandi antenne del MUOS, elaborato per conto della Marina Usa da AGI - Analytical Graphics, Inc., importante società con sede a Exton, Pennsylvania, in collaborazione con la Maxim Systems di San Diego, California. Lo studio, denominato “Sicily RADHAZ Radio and Radar Radiation Hazards Model”, è consistito nell’elaborazione di un modello di verifica dei rischi di irradiazione elettromagnetica sui sistemi d’armi, munizioni, propellenti ed esplosivi ospitati nello scalo aeronavale siciliano (“HERO - Hazards of Electromagnetic to Ordnance”).


“Il modello Radhaz Sicilia - si legge sul sito internet dell’AGI - è stato implementato con successo a Sigonella, giocando un ruolo significativo nella decisione di non usare il sito per il terminale terrestre MUOS e di trovare una nuova destinazione”. L’incompatibilità ambientale del sistema satellitare è stata poi suggellata dalla relazione firmata nel 2006 dall’ingegnere Nicholas Gavin di AGI-Maxim Systems. Anche Filippo Gemma, amministratore di Gmspazio Srl di Roma (società che rappresenta in Italia la statunitense AGI), ha confermato l’esito negativo dello studio sull’impatto elettromagnetico. Nel corso di un’intervista a RaiNews 24, trasmessa il 22 novembre 2007 durante lo speciale “Base Usa di Sigonella. Il pericolo annunciato”, Gemma ha dichiarato che “una delle raccomandazioni di AGI era che questo tipo di trasmettitore non dovesse essere installato in prossimità di velivoli dotati di armamento, i cui detonatori potessero essere influenzati dalle emissioni elettromagnetiche del trasmettitore stesso”.


Il ministro La Russa ha poi dimostrato di sconoscere del tutto origini e tipologie delle principali basi USA ospitate in territorio italiano. I lavori per la realizzazione della Stazione di telecomunicazioni di Niscemi, iniziarono infatti a fine 1989, e la base divenne pienamente operativa solo nella primavera del 1991, quarant’anni dopo cioè della data indicata dal ministro. Ad onor di cronaca, nel 1995 il Dipartimento della Difesa USA restituì all’Italia 170 ettari occupati dalla base ma non utilizzati, e due anni più tardi fu istituita la Riserva Naturale Orientata “Sughereta di Niscemi” dove oggi gli USA vogliono installare le potentissime antenne satellitari del MUOS.


Si legge ancora nella risposta del ministro della difesa all’interrogazione del Pd: “Avuto riguardo invece, alle preoccupazioni espresse dalla popolazione locale “per le eventuali conseguenze sulla salute e sull’impatto ambientale” e, più in generale, sull’eventuale pericolosità del progetto in discussione, in applicazione delle procedure bilaterali vigenti in materia di progetti finanziati con fondi statunitensi in Italia – nel 2006, gli USA avevano presentato il progetto in parola per l’approvazione della Difesa, correlato di una relazione illustrativa e di uno specifico studio di impatto ambientale elettromagnetico, sul quale si erano espressi favorevolmente tutti i competenti organi dell’Amministrazione della Difesa e dal quale, testualmente, si evince “..il rischio dell’esposizione del personale... è minimo ed improbabile; ...la distanza di sicurezza dall’emissione elettromagnetica ... sarà imposta mediante l’installazione di una recinzione di sicurezza;… ai sensi del DM 381/98 ... la misurazione dell’inquinamento da radiofrequenze... sarà eseguita appena i sistemi saranno installati e pronti ad operare”. Tranquilli, dunque, a fermare la penetrazione delle microonde ci penseranno le “recinzioni di sicurezza” (!?!), mentre l’inquinamento elettromagnetico sarà misurato solo quando il sistema sarà pienamente funzionante.


La Russa assicura comunque che - sempre a fine lavori - si verificherà “la compatibilità del sistema con le leggi nazionali ed, eventualmente, con le apparecchiature già operanti in sito” (quelle cioè operative dal 1991 e di cui nessuno ha mai monitorato la potenza delle onde emesse).


Il ministro della difesa conclude con un’ultima grossolana bugia: “In merito al livello di realizzazione del progetto, i lavori non sono ancora iniziati”. Come ci è stato confermato per iscritto dai responsabili del “Consorzio Team Muos Niscemi” (il nome prescelto non ammette dubbi di sorta), le rispettive aziende hanno avviato nel maggio 2008 i lavori di “realizzazione di una cabina di media tensione” presso la base USA. Sono poi seguiti quelli per la costruzione “di un’infrastruttura preparatoria all’installazione di 3 antenne satellitari, comprensiva di opere di fondazioni e basamenti speciali, impianti idrici, elettrici, fognari e antincendio”, nonché i lavori di “prevenzione per l’erosione superficiale e il drenaggio”, come si evince dalla pagine web di una delle due società componenti il Consorzio MUOS, la LAGECO (Lavori Generali Costruzioni) di Catania.


A dar manforte a La Russa è sceso in campo il vice capo Ufficio Stampa della base di Sigonella, Alberto Lunetta. “A Niscemi – ha dichiarato - sono stai eseguiti, congiuntamente dalle autorità italiane e statunitensi, dei sopralluoghi tecnici che hanno stabilito che l’istallazione del MUOS non pone nessun rischio alle popolazioni della zona né tanto meno con nessuno dei 2.409 sistemi di telecomunicazioni locali posti nel raggio di 75 chilometri ”.


Peccato che alla non pericolosità delle antenne satelliti ed alla validità dei “sopralluoghi” dei militari USA e italiani non ci creda nemmeno il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo, politico “autonomista” che negli anni trascorsi alla guida della provincia di Catania non ha mancato di fornire tutti gli appoggi istituzionali e finanziari alle migliaia di cittadini statunitensi di Sigonella. In una lettera aperta inviata al governo Berlusconi, Lombardo, manifestando il suo “No” al MUOS, ha denunciato che l’attività di monitoraggio dell’ARPA a Niscemi “viene limitata fortemente, o forse anche vanificata” a seguito “del diniego opposto dalle autorità militari e dal responsabile tecnico, a fornire le minime informazioni relative agli impianti trasmittenti già operanti dichiarando di “non essere in loro possesso e comunque secretate dall’attività militare”.


Lo “specifico studio di impatto ambientale” effettuato dalla Marina USA che attesterebbe la massima sicurezza del sistema satellitare, è stato minuziosamente analizzato dall’ingegnere ambientale Gianfranco Di Pietro, consigliere comunale del Pd di Niscemi. “Recentemente sono state presentate agli uffici tecnici comunali delle relazioni sull’incidenza ambientale del progetto, ma il progetto vero e proprio ancora non è stato depositato”, dichiara Di Pietro. “Sappiamo però che vogliono realizzare un complesso strutturale che cementificherà circa 2.509 mq tra strade e strutture, ma il campo base specifico del MUOS ha una superficie di circa mezzo ettaro. I trasmettitori in totale sono 5: tre a Sistema Obbiettivo ad Utente Mobile (MUOS) e 2 a sistema elicoidale UHF da installare presso il sito NTRF di Niscemi”.


“Nel sito in questione – aggiunge il professionista - esistono già oltre 40 trasmettitori a sistema elicoidale UHF di varia grandezza e potenza. I timori principali vanno per i trasmettitori MUOS, in quanto generano un campo elettromagnetico potentissimo rispetto a quelli a sistema elicoidale. Essi funzionano similmente alle main tracking stations utilizzate in campo civile per calcolare in tempo reale la posizione dei satelliti GPS. Il MUOS non è altro che un’immensa antenna parabolica basculante con un diametro di circa 20 metri e posta su una struttura portante alta 15 metri . L’escursione dell’asse della parabola prevista nel progetto MUOS è di 146° in totale e cioè il puntamento più basso sarà con un angolazione di 17° dall’orizzontale. La perplessità maggiore sta nel fatto che l’analisi effettuata non è per niente completa, né rassicurante. Non si evince se è stata fatta un’analisi con modelli digitali di elevazione del territorio per vedere se tali puntamenti possono interferire con abitazioni e/o luoghi frequentati dal pubblico. A memoria visiva non è difficile intuire che in una vallata come è la contrada Ulmo di Niscemi, 17° sono pochi per non interferire con altri elementi antropici o naturali, e per poter comunicare in perfetta intervisibilità con i satelliti orbitanti”.


Secondo l’ingegnere Di Pietro, nel malaugurato caso di un puntamento errato, il fascio di una sola delle tre antenne potrebbe causare “danni devastanti” a persone o animali “anche per esposizioni di soli 6 minuti”. Con l’aggravante che lo “Studio di Incidenza Ambientale” della Marina USA non avrebbe affrontato minimante i possibili effetti sulla salute delle popolazioni delle esposizioni a lungo termine ai campi elettromagnetici del MUOS.


C’è poi un passaggio dello “studio” che la dice lunga sul cinismo e l’inaffidabilità delle forze armate USA (e nazionali), che vale la pena riportare integralmente: “Le apparecchiature elettroniche mediche, come ad esempio pacemaker cardiaci, defibrillatori, apparecchi acustici, sedie a rotelle e attrezzature ospedaliere, possono anch’esse essere vulnerabili alle Interferenze Elettromagnetiche (EMI). Ad ogni modo, non sono stati stabiliti standard di vulnerabilità EMI per le apparecchiature mediche. Pertanto, in quest’analisi non si è data particolare considerazione ad esse. Se un ospedale è situato vicino ad un trasmettitore di elevata potenza, o in caso di personale cui siano stati impiantati dispositivi elettromedicali quali pacemaker e defibrillatori o che utilizzi dispositivi elettromedicali esterni come ad esempio apparecchi acustici, e che sia esposto a campi di alta intensità elettromagnetica, si possono verificare fenomeni EMI...“. Cardiopatici e pazienti vari sono avvisati: meglio tenersi il più possibile alla larga dalle mega-antenne satellitari di Niscemi.


lunedì 16 marzo 2009

La rete No G8 aderisce alla mobilitazione contro il Pacchetto sicurezza

Corteo sabato 21 Marzo Catania ore 17:00 Piazza Umberto

No al “Pacchetto Sicurezza” Stop Razzismo ! Catania Città Aperta Già a partire dal nome che gli è stato dato, il governo vorrebbe far credere che il ddl 733 (pacchetto sicurezza), come molte altre norme varate, colpisca i delinquenti o i cosiddetti “clandestini”, ormai assimilati ai criminali. Invece questo disegno di legge mira a trasformare in “nemici” 4 milioni di migranti che vivono in Italia da anni, che pagano le tasse e lavorano in condizioni spesso durissime. I lavoratori migranti stanno pagando per primi le conseguenze della grave crisi economica, rischiando di perdere il permesso di soggiorno, legato indissolubilmente al contratto di lavoro dalla legge Bossi-Fini, e di non poter più pagare affitti e mutui, perdendo così il diritto alla casa, come sta già accadendo a migliaia di famiglie italiane. Una volta costretti alla clandestinità possono finire nei centri di detenzione e identificazione, col pericolo di essere espulsi. Se il Pacchetto sarà approvato chi è senza permesso di soggiorno non potrà più andare al Pronto Soccorso per l’abolizione del divieto di segnalazione alla questura, riconoscere figli e figlie, sposarsi e inviare soldi a casa. Il Ddl introduce inoltre la detenzione nei CIE (ex CPT) per 6 mesi, la tassa da 80 a 200 euro su richiesta e rinnovo del permesso di soggiorno, controlli ancora più stretti per acquisire la cittadinanza, il reato d’ingresso illegale nello stato. In numerose città è cresciuta negli ultimi mesi la mobilitazione dei migranti e del movimento antirazzista per contrastare la diffusione dell’odio razziale e la barbarie delle ronde paramilitari. Mentre si tagliano le spese sociali, il governo dei padroni finanzia le banche in difficoltà e dilapida ingenti risorse pubbliche per militarizzare i nostri territori, le nostre coste e le nostre vite, per attizzare fratricide guerre fra poveri e per distruggere i diritti dei migranti e di tutti noi. Anche a Catania i migranti sono stati protagonisti di mobilitazioni per i loro diritti; ciò nonostante i permessi di soggiorno continuano ad arrivare già scaduti ed a volte ben oltre il termine di 60 giorni previsto per un rinnovo. Riteniamo paradossale che si parli di sicurezza in questi termini, criminalizzando i migranti, in una città come la nostra dove ogni giorno sperimentiamo l’insicurezza per la mancanza di lavoro, di servizi sociali, di luoghi di aggregazione, per il degrado dei nostri quartieri (strade al buio e dissestate, cumuli di spazzatura...) Contro il Pacchetto sicurezza e il modello di società che propone Per l’abolizione immediata della legge Bossi-Fini Per la regolarizzazione di tutte e tutti Contro il legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, dispositivo di controllo che imprigiona le persone migranti e rende precaria la vita di tutte e tutti. Contro la criminalizzazione di chi fugge da guerre e persecuzioni Per la validità del permesso di soggiorno a partire dalla data del rilascio e non della richiesta


Venerdì 20 dalle ore 17,30 in piazza Stesicoro banchetti informativi ed animazione Sabato 21 marzo ore 17 Manifestazione partenza da Piazza Vittorio Emanuele (Umberto)

A seguire Serata Internazionalista al Csa Auro in Solidarietà con il popolo kurdo per il Newroz (Capodanno) Musiche, suoni, voci, video, cibi multietnici....

Arci, Chiesa Battista e Valdese, Cobas, Giovani Comunisti, PRC, Rete antirazzista....

martedì 24 febbraio 2009

Nasce la rete catanese contro il G8

Appello per la costruzione degli appuntamenti di lotta siciliani verso il G8 della Maddalena

Il 2009 sarà l'anno del vertice G8 in Italia. Ancora una volta gli autoproclamatisi “8 grandi” della terra verranno a pianificare in modo autoritario e arrogante il destino di 6 miliardi di uomini e donne che popolano il nostro pianeta. Otto anni dopo la repressione di Genova gli otto paesi più industrializzati del pianeta verranno a ribadire che il neoliberismo è l'unico sistema possibile, in un mondo dove la stessa crisi provocata dal capitalismo sta generando privatizzazioni, licenziamenti di massa, lo smantellamento dello stato sociale, guerre e devastazioni ambientali. Otto anni dopo gli 8 grandi devono trovare ad attenderli, con la stessa determinazione di sempre, i movimenti contro il neoliberismo e la guerra che in questi anni hanno riempito le piazze di tutto il mondo, che anche qui da noi in Sicilia hanno avuto un ruolo così importante nel costruire la solidarietà ai migranti, come nel difendere i territori, come nel sostenere l'Antimafia Sociale. Come catanesi parteciperemo alla costruzione dei percorsi di conflitto che ci porteranno alla costruzione del controvertice del G8 alla Maddalena. Riteniamo indispensabile costruire gli appuntamenti che in tutta Italia precederanno il vertice della Maddalena partendo dalla nostra Sicilia. l'appuntamento a cui i movimenti siciliani non potranno mancare è senza dubbio: il G8 Ambiente a Siracusa dal 22/24 Aprile. Questo appuntamento, a nostro avviso, rappresenta la tappa fondamentale per il percorso di “lotte” che ci porterà al controvertice di Luglio della Maddalena. Consideriamo paradossale e provocatorio che il G8 ambiente si tenga in una località simbolo delle distruzioni del neoliberismo . Siracusa, che ospiterà il vertice sull'ambiente, rappresenta il simbolo dello scempio ambientale causato da decenni di sfruttamento del territorio in nome del “profitto” e dello “sviluppo” a tutti i costi ad esclusivo vantaggio dei politicanti locali, così ben rappresentati in parlamento ed al governo, e del sistema di potere mafioso. Noi non vogliamo e non accettiamo di vedere la Sicilia come terra di inceneritori, rigassificatori,di privatizzazione di beni comuni come l’acqua , di basi militari come Sigonella, che sfruttano risorse pubbliche e rappresentano strumenti di terrore, delle trivellazioni petrolifere in una valle patrimonio dell’umanità, del Ponte di Messina e dell'annunciata centrale nucleare del Ministro Prestigiacomo. Altro appuntamento importantissimo per noi siciliani sarà il vertoice sull'immigrazione che si terra a Roma a Maggio. Noi non vogliamo e non accettiamo che Lampedusa e la Sicilia tutta venga usata come terra di confine e come fortezza inespugnabile per il libero fluire dei migranti. Siamo la porta chiusa dell'Europa del capitale e luogo di infinite tragedie per chi cerca una nuova vita più dignitosa e trova la morte in mare o la reclusione in una delle sempre più numerose galere etniche dell'isola(Cpa,Cara, ex Cpt). Noi non possiamo e non vogliamo accettare tutto questo. Non basta indignarsi, dobbiamo fin da subito fare appello a tutte le associazioni, i comitati, i collettivi, i centri popolari e sociali, le organizzazioni sindacali , politiche e a tutti coloro che continuano ostinatamente a battersi per un mondo diverso, affinché si costruisca un movimento ampio di dissenso e di lotta contro chi, in nome di una “crisi” globalizzata, vuole determinare le nostre vite e i destini delle nostre comunità militarizzando i nostri territori e precarizzando sempre di più le nostre condizioni di lavoro e di vita. Come rete catanese contro il G8 proponiamo che fin da subito si costruisca una agenda politica che detti i tempi e gli appuntamenti e un coordinamento di tutte le forze siciliane che intendano costruire le mobilitazioni contro il G8, partendo dai due importantissimi appuntamenti di Siracusa e Lampedusa. Ancora una volta pensiamo i conflitti sociali siano l'unica via d'uscita dalla crisi e continuiamo la nostra lotta al sistema di sfruttamento e alle istituzioni nazionali e sovranazionali che lo rappresentano in questo mondo.

Rete catanese contro il G8:

Officina Rebelde - Giovani Comunisti/e Catania- Cobas- Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella- Pcl Catania- Prc Catania- Piattaforma Comunista- Circolo Prc Misterbianco – Rete antirazzista catanese - Federazione anarchica siciliana - Arci Ct - Pdci Ct - Fgci Ct - Cso Auro - Villaggio Maori edizioni - Ass. Magma Caltagirone - Liberia sociale Magiacarte - Centro Open mind Glbt - La città felice -

Nuovo potenziamento Sigonella e costruzione Muos a Niscemi

Mentre le finanziarie si succedono tagliando sempre più le spese sociali (scuola, sanità…), si dilapidano ingenti risorse pubbliche per potenziare le spese militari in scellerate politiche di guerra e costruire micidiali siti di morte nei nostri territori.


--- La base di Sigonella ospiterà il sistema di sorveglianza terreste AGS (per la cui installazione il governo dovrà sborsare 150 milioni di euro entro il 2010) e 10 micidiali Global Hawks, aerei senza pilota.Tutto ciò comporterà l’arrivo nei prossimi mesi di 800 militari Nato, con rispettive famiglie, con conseguenti cementificazioni di fertili terreni agricoli, mentre vincoli ambientali ed archeologici vengono eliminati nei paesi limitrofi per meglio servire le esigenze strategiche degli Usa. La base di Sigonella con i nuovi piani di potenziamento, determina la costruzione di strade e ponti per i mezzi militari,è causa di enorme spreco di risorse idriche interamente prelevate dai pozzi esistenti nei territori limitrofi; inoltre con le servitù militari, blocca lo sviluppo del trasporto aeroportuale in tutta la Sicilia orientale e di conseguenza l’incremento occupazionale e turistico, che invece si otterrebbe da una riconversione della base militare in aeroporto civile internazionale.


---A Niscemi in contrada Ulmo, all’interno della riserva naturale “Sughereta” (dove dal ’91 è stata costruita una delle più grandi stazioni di telecomunicazione della marina Usa) è in costruzione il sistema planetario di comunicazioni satellitari MUOS. Le autorità militari statunitensi hanno iniziato da un anno i lavori per ospitare tre grandi antenne radar circolari con un diametro di 18,4 metri e due torri radio alte 149 metri, e realizzare una centrale di comando, depositi carburanti e strade di collegamento per un valore complessivo superiore ai 43 milioni di dollari Questo micidiale sistema è basato su onde elettromagnetiche ad altissima frequenza e l’estrema vicinanza al centro abitato avrebbe dovuto destare maggiori preoccupazioni fra gli amministratori locali prima d’assecondare le priorità militari a scapito della verifica d’impatto ambientale e della minaccia alla salute dei concittadini